Nel V° Centenario
Della Solenne Missione data dal glorioso
SAN BERNARDINO da SIENA alla antica Pieve di
Pancrazio a Brandeglio (Cireglio)

Anno 1437-1937

 

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CANTO SECOLARE

 Cento lustri passar che in Appennino

Se 'n venne lieto un serafin d'amore,

Il prodigioso e mite Bernardino

Ripieno il cor di traboccante ardore.

Recinti i lombi il santo peregrino

Giva dinanzi al frate cercatore,

« Taciti entrambi e senza compagnia,

Come i frati minor vanno per via».

Nel grigiore dell'aria una foschia

Tutt'intorno velava l'orizzonte

E una nebbia fittissima copria

Le valli a poco a poco, il piano, il monte.

Nei campi verdi il fiorellin languia

E sinistro scrosciava il fiume e il fonte,

E intanto orando e assorto nel mistero

Smarriva il nostro santo anche il sentiero.

   Era il loco selvaggio, orrido e nero

Per le grandi ombre e gli alberi frondosi,

Chè la notte scendea col suo destriero

Co' suoi fantasmi tetri e spaventosi.

Ma qual voce o celeste messaggero

Con rintocchi sonori e armoniosi

Ecco che squilla tosto una campana

Che sembrava di Il poco lontana.

 «O graziosa sorella castellana,

- Esclamò il Santo affaticato e lasso -

Tu sei la Provvidenza mia sovrana

In questo alpestre e assai difficil passo;

Benedetta tu sii aquila montana

Che ne sollevi il cuore il viso basso

Tu sei la voce del Divino Amore

E la sua guida in tanto tenebrore.

La terra che raggiunge il tuo clamore,

Se il popolo avrà fede e religione,

Sia preservata, per divin favore,

Da procellosa e ria devastazione;

Il tuo bel suono estingua anche il bagliore

Delle folgori, e sia la salvazione

Dei campi e delle selve efflorescenti

Contro il tuono e la grandine imminenti».

  E in proferir cotai benigni accenti,

Il nostro santo rintracciò la via,

Poi vide nelle tenebre crescenti.

 Un fioco lume che tali sparia:

Proseguendo la strada a passi lenti

Verso la direzion che ne seguia

Di Cereglio pervenne appo le mura

 Munite ancor di foste merlatura.

 Le porte eran serrate con premura,

Ma poich'egli era atteso ansiosamente,

 Nota che fu la sua disavventura,

S'apri pria l'uno e poi l'altro battente.

Fu l'accoglienza in quella notte oscura

Per il Frate Minor ben seducente;

E rese grazie a Dio col castellano,

Che alfin giungeva in suolo brandelliano.

Era costui d'intesa col piovano

Nel favorire indir la pia missione,

Giacchè sei pur non era un buon cristiano

Bramava tuttavia la conversione.

La fama del sant'uomo anche lontano

S'inponeva alla pubblica opinione,

Perciò costui svegliandosi al mattino,

In chiesa va con Frate Bernardino.

Per mille e cento passi di cammino,

Onde distava e più la Neve antica,

Mentre a sorgere il sole era vicino,

Pregando se ne va la gente amica.

Il cielo era già terso e azzurrino,

E di far presto ognuno si affatica

Perché nel cuor di tutti é l'intenzione

Che sia tosto iniziata la missione.

Il prete con grandissima effusione

D'affetto accoglie il pio predicatore:

Squillano, i sacri bronzi a profusione

Per annunziar la grazia del Signore.

Il Santo inizia la predicazione

E a tutti tocca l'anima ed il cuore,

Sicché piange contrito ed umiliato

L'incredulo, e deplora il suo peccato.

Persino il peccatore più ostinato,

Lo scandaloso adultero, il nemico,

Il rapitore, e il traditor malnato

L'odio nuovo confessa e quello antico

Il fazioso, il superbo, il rinnegato

Già si ricrede e vuoi tornare amico

Di Dio clemente e misericordioso

Con proposito fermo e doloroso.

Per ascoltare il frate prodigioso,

"Molti convegnon qui d'ogni paese",

Ed egli sempre pronto ed operoso,

Tutto per Cristo a prodigarsi attese;

 

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Nel tempio e fuori non si da riposo

E poi che la gran folla lo richiese,

Per onorare Iddio con più guadagno,

A predicar salì sopra un castagno.

    Ei portava sui petto il Nome magno

Di Gesù Cristo nostro Redentore,

Che a tutti suggeriva per compagno,

Per supremo confronto nel dolore,

Per non cader nel rio bollente stagno,

Ove Satana invischia il peccatore,

Mentre chi quel gran nome avrà invocato

Sarà salvo e nel ciel vivrà beato.

   Come presso il gran Tempio celebrato,

Della Porta Speciosa al limitare,

In nome di Gesù fu risanato,

Da Pietro che ascendeva perorare,

Uno zoppo e di già paralizzato,

Così fa Bernardino ad invocare

 Il nome eletto; e son così salvati

Infermi, ciechi, sordi e mutilati.

   Nove fecondi giorni eran passati,

E il Santo ormai s'appresta alla partenza,

Ma vuole ai Brandegliesi affezionati

Lasciar memoria d'esta penitenza;

E nel decimo dì, dei presignati,

Che era appunto la sacra ricorrenza

Di Giovanni Battista e Precursore,

A procession si va per fargli onore.

   Ora invocando il nome del Signore,

Della Trinità Santa e di Maria,

Odi Pancrazio nostro protettore,

Su per l'esta montana ognun salia;

La gran selva rigurgita d'amore,

Che per Gesù trabocca in armonia

Di cuori frati e d'anime sorelle,

E l'eco sale ormai fino alle stelle.

   Il Ciel godea di lodi così belle,

Il cui profumo quasi mirra odora,

E sorridea alle tante pecorelle

Che all'ovile tornano alla bonora.

E a queste rinnovate pianticelle

Presso alle Guglie il Santo parla ancora

E le prega a serbare il più bel dono,

Che rese loro Iddio: Pace e Perdono.

   Dei sacri bronzi con festivo suono,

Salian le note dalla Neve antica,

E si fondono in placido abbandono,

Coi canti degli augelli all'aria aprica;

 

Già il Santo colla Croce ci preti or sono

Giunti al posto dell'ultima fatica,

Presso tre fonti in piano angusto e ombroso,

Ove sosta ciascun per suo riposo.

    Quivi prostrato il Santo glorioso

Il Segno bacia della Redenzione,

Poi tutto pio, devoto e silenzioso

Dà per tre volte la benedizione.

Ed ecco, ci dice, io sec desideroso

Che della fatta mia predicazione,

Solo in onor di Dio, per la sua gloria

Resti qui suggellata La memoria.

    Queste tre fonti narrerai la storia

Con il ho perenne mormorio,

Che del peccato voi la brutta scoria

Lasciaste, navi, per amor di Dio.

Or per cotesta fulgida vittoria

Riportata sul mondo iniquo etto,

In nome di Gesù le tre so!genti

Sia medicina ai miseri languenti».

     Poi taqque e coi fedeli ivi presenti

Cantando seguitò la processione  

Quindi si torna in Pieve a passi lenti

Sempre con molta fede e devozione.

Ivi punti si trovano altre genti

Convenute per l'ultima funzione  

E il Santo passa e tutti dice addio

A cuor commosso e pieno-di desio.

.............................................................

   E così sparve il fraticello pio

Né più si vide in mezzo ai suoi devoti;

Ma sul buon seme non calò l’oblio

E corser qui fedeli e Sacerdoti.

E tutti gli anni, ancor lodando Iddio,

Per San Giovanni, i memori nepoti,

Dall'alba a mezzodì fino alla sera,

Bevon quest'acqua con pietà sincera.

    E con quest'acqua limpida e leggera

Perenne, benedetta e prodigiosa.

Agli egri spesso Iddio la grazia vera

Rese d'una salute prosperosa;

Consalda speme dunque e fede intera,

Ogni anima dolente e bisognosa,

Siccome il sitibondo peregrino,

Corra a quest'acqua di San Bernardino.

 

 

 

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